Il segreto della felicità è la libertà. Il segreto della libertà è il coraggio. "- Tucidide. Θουκυδίδης, Thūkydídēs -Atene,ca. a.C. 460 a.C.- dopo il 440 a.C. -
Dal 1764 la voce dell'illuminismo a Milano.

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25 febbraio 2011

Amo il dato, i numeri, le statistiche e i grafici.

Amo il dato, i numeri, le statistiche e i grafici.
L’interpretazione del dato è importante, ma attenzione alla strumentalizzazione.
Mi sono avvicinato tempo fa alla campagna di bonifica statistica dell’UAAR, una big delle ensemble folk-prog a difesa della laicità dello Stato e contro le ingerenze clericali. A tal proposito segnalo l’articolo del buon Raffaele Carcano sull’inattendibilità di queste statistiche.
I dati che fornisce la Santa Sede (a proprio uso e consumo) sono la più autorevole fonte di legittimazione dei soprusi alla laicità, sia perché in nome della maggioranza vengono oppressi princìpi e minoranze (in democrazia le minoranze vanno tutelate!), sia perché nei momenti di particolare debolezza della politica la genuflessione porta consenso, dunque voti.
Da questo punto di vista i negligenti istituti di statistica che non si preoccupano più di sondare la sfera spirituale dei cittadini sono colpevoli di lasciare il “monopolio” a chi di mestiere e missione divina ha tutto l’interesse a modificare questi dati e mostrare la realtà per quello che non è.
Qui in questa pagina faremo insieme un piccolo esercizio di analisi del dato per individuare un’eventuale manomissione negli Annuari Pontifici pubblicati dal 2003 al 2010 (quando mi arriverà il nuovo Annuario analizzeremo pure quello).
Esiste una legge empirica, la Legge di Benford, secondo cui in un insieme di dati le prime cifre (o anche le seconde, le terze, etc.) di ogni numero seguono una certa proporzionalità: per esempio, i dati che cominciano con la cifra “1” sono più o meno 6 volte tanto i dati che cominciano con la cifra “8”. Questa legge è talmente verificata che viene utilizzata per individuare anomalie nelle frodi fiscali e bancarie. Noi la utilizzeremo insieme per segnalare una probabile frode statistica.
Questa tabella ci dice in che proporzione devono stare i numeri in base alla cifra e al posto della cifra. Per esempio, su 100 numeri circa 30 cominceranno per “1”, circa 8 per “5”, circa 10 avranno un “2” al secondo posto e circa 10 un “5” al quarto. Come potete vedere la differenza si nota più sulle prime cifre che sulle successive, poiché per la legge più si va in là con le cifre più la distribuzione è uniforme (10% di “0”, 10% di “1”, 10% di “2”, etc.).
Queste invece sono le tabelle dell’Annuario Pontificio tra il 2003 e il 2010, diocesi per diocesi. Legenda: PP è la popolazione residente nella diocesi (secondo quanto afferma la stessa diocesi), CT è la popolazione di cattolici residenti nella diocesi (secondo quanto afferma la stessa diocesi).
Dividiamo ora i dati cifra per cifra, classifichiamoli e contiamoli in base alla particolare cifra che hanno ad un particolare posto. Il resto sono moltiplicazioni e divisioni che sapete fare tutti in periodo di saldi. Ecco il risultato.
Visti gli scarti tra la percentuale prevista (%BL) e la percentuale effettiva (%) è lecito supporre che questi dati siano manomessi. Molti sono arrotondamenti.

Tutto qui? Esatto, tutto qui.
Non serviva Benford per osservare la preponderanza degli zeri negli Annuari (e se vedete bene, dei cinque rispetto ai quattro o ai sei). Cosa si fa in questi casi? Si fanno i controlli, si prendono i dati di nuovo. Arriva l’ora di un nuovo censimento… Ma soprattutto, non serve la scienza per capire che l’ipotesi che fa girare il tutto è ampiamente confutata: i cattolici non sono i battezzati, ma sono (meno di) quelli che vanno in chiesa. E queste sono, mediamente, deserte.
… Ah, dimenticavo! Sarò felice di ogni critica costruttiva.
* Studente di Chimica a Firenze
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