Il segreto della felicità è la libertà. Il segreto della libertà è il coraggio. "- Tucidide. Θουκυδίδης, Thūkydídēs -Atene,ca. a.C. 460 a.C.- dopo il 440 a.C. -
Dal 1764 la voce dell'illuminismo a Milano.

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1 aprile 2010

Le contraddizioni della lotta al terrorismo



foto RIA NovostiIn una riunione al Cremlino il presidente Medvedev ha dichiarato che la lotta al terrorismo non avra’ tregua ed ha aggiunto che si tratta di attentati in cui si punta a colpire ad ampio raggio per destabilizzare la situazione.

Ma cosa consente ai terroristi di inseguire il successo in una guerra contro tutta l’umanita’?

Non sara’ forse perche su questo tema l’umanita’ e’ divisa e non applica ovunque gli stessi standard di valutazione?

Ripetiamo ormai da tempo che i terroristi non hanno nazionalita’ o religione eppure nel mondo non sono pochi coloro che operano un distinguo fra terroristi cattivi e terroristi buoni.

I terroristi cattivi sono quelli che attaccano l’America e l’Occidente, i terroristi buoni quelli che fanno espolodere le bombe in Russia. Anzi costoro vengono subito promossi al rango di combattenti per la liberta’.

Le divisioni sono tante che finora non e’ stato ancora possibile concordare un’unica lista delle organizzazioni terroristiche.

Facciamo l’esempio piu’ clamoroso.Le forze atlantiche in Afghanistan subiscono numerose perdite fra i militari. Sempre in questi paesi ogni anno muoiono per la droga almeno diecimila persone, 50 volte in piu’ che nelle operazioni di guerra. Oggi da solo l’Afghanistan immette sul mercato il triplo della droga che soltanto dieci anni produceva il mondo intero.

Eppure per la Nato quella della droga afghana non e’ una minaccia da prendere in considerazione e concede soltanto di distruggere le piantagioni controllate direttamente dai talibani che sono pero’ il 10% del totale.

Dopo questa premessa chiediamoci chi controlla il traffico della droga che dall’Afghanistan passa nell’Asia centrale? C’e’ il gruppo islamico “ Kisb-ut- Takrir al Islam “ che punta al Califfato mondiale e subito dopo ci sono alcune organizzazioni albanesi kosovare.

Eppure per gli Usa e per gli europei queste organizzazioni non possono essere definite terroristiche, per non parlare dei kosovari che suscitano in Occidente una simpatia tutta particolare.

A questo punto si potra’ obiettare che probabilmente che queste non c’entrano con le bombe di New York, di Londra o di Mosca. Forse. Ma non dimentichiamo che esiste l’internazionale del terrore in cui si incrociano e si integrano correnti ideologiche, finanziarie e organizzative.