MILANO — Il rischio concreto è quello di vedere annullate le elezioni regionali. Poi magari fra un ricorso e l’altro non accadrà, però è una vicenda spinosa quella che coinvolge il Pdl lombardo e il governatore della Lombardia Roberto Formigoni.
Un anno fa, i radicali presentarono una denuncia per firme false. Ricorderete la bagarre sotto elezioni. I rappresentanti di Pdl e Lega depositarono alla Corte d’appello di Milano 3.900 firme per la candidatura di Formigoni al quarto mandato come Presidente della Lombardia. La Lista Bonino-Pannella non riuscì a raggiungere la soglia delle 3.500 e fu esclusa dalla competizione. Il giorno stesso, grazie a un “accesso agli atti”, i radicali scoprirono che molte firme di Pdl e Lega non erano valide: mancavano timbri e date. I giudici ricontarono: Formigoni fu escluso dalla competizione elettorale. Poi venne riammesso con un ricorso al Tar.
Ma non è tutto. Oltre ai vizi di forma i radicali denunciarono che 600 delle 3500 firme raccolte a tempi di record per consentire a Nicole Minetti di essere inserita nella listino bloccato del presidente Formigoni erano false. E pochi giorni fa, Sara Giudice (la giovane del Pdl che di recente ha lanciato una petizione per chiedere le dimissioni di Minetti), convocata dal pm titolare dell’inchiesta Alfredo Robledo perché il suo nome compariva nell’elenco, ha testimoniato che la sua firma è stata “assolutamente contraffatta”.
Ora, nella casistica, quelle firme false o sono state raccolte in bianco, o la lista è stata cambiata o contraffatta all’insaputa dei firmatari, oppure sono stati aggiunti nomi di appartenenti al partito senza che questi lo sapessero. In ogni caso si tratta di comportamenti vietati dalla legge elettorale.
Sulla vicenda ci sono ancora quattro procedimenti aperti. Uno amministrativo, uno penale e due in sede civile. La sentenza del Consiglio di Stato è attesa per maggio. Se il ricorso dei Radicali dovesse essere accolto le elezioni sarebbero invalidate, e si dovrebbe andare a nuove elezioni. Presumibilmente non accadrà. Perché fra eventuali ricorsi e controricorsi passeranno almeno altri due-tre anni prima di arrivare a sentenza definitiva. Il che, a seconda dei tempi, potrebbe trasformarsi in una beffa di mezza o fine legislatura per Formigoni e la maggioranza.
“La vicenda della firme false raccolte per il listino di Formigoni alle scorse regionali è andata ben oltre i confini della formalità e getta un’ombra inquietante sulla credibilità di chi è al governo della Regione Lombardia” ha detto il vicepresidente del Consiglio regionale, Filippo Penati.
“Qui – continua Penati- siamo ben al di là della verifica degli aspetti normativi e del conteggio formale delle firme. C’è un fatto ben più grave: si è carpita la buona fede degli elettori. In gioco c’è la credibilità di un’ istituzione. Chiedo che in proposito si faccia al più presto chiarezza per il rispetto degli elettori e per il decoro dell’istituzione Regione Lombardia”.
fonte:http://www.bergamosera.com/
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