QUALE SPIEGAZIONE MEMETICA PER VEDERE CON I PROPRI OCCHI IL GIORNALISMO?
Il giornalismo dovrebbe cimentarsi e prendere coscienza responsabilmente con l'attualità chiaramente emersa ANCHE ULTIMAMENTE in questa elezione US.
Da tempo è evidente l'incapacità del giornalismo di informare ed educare il pubblico. Ci ritroviamo con una comunicazione impostata su opinion leader e squallidi personaggi disposti a tutto pur di apparire e, nella evidente colpevolezza di contribuire a creare e alimentare il fenomeno del proseguimento della comunicazione mas-mediatica strutturata per interessi e sovvenzioni, che ha ormai assunto e sta assumendo sempre più l’evidente rifiuto generale.
Il Giornalismo costruito sul business giornalistico con l’attualità della comunicazione dei mass media che si basa sulla massa e sull'attenzione i valori che sono d' intrattenimento invece questi dovrebbero essere sul servizio, le informazioni e l'istruzione che sono i valori del giornalismo.
Ci troviamo imposti da un giornalismo di audience non trasparente, che al massimo conta i GRP.
La lenta macchina dei mass media è troppo lenta sulla costruzione di nuovi modelli di business che li circonda.
Già da tempo, la crescita delle aziende di contenuti e siti di bassa qualità hanno minacciato la fiducia degli utenti diminuendo l'attenzione e spostando i target di ascolto, ne è quale esempio ma non solo, una Rai che si ritrova da tempo un parco di ascolto molto anziano, culturalmente povero, passivo e anche limitato negli acquisti, fatto che doveva essere da tempo un vero e proprio campanello d'allarme.
Nell'era degli algoritmi,possiamo vedere come è stata la risposta di Google con Panda, che ha cercato di premiare i siti di qualità superiore e di incoraggiare un ecosistema web più sano, in Italia si è invece hanno partorito la tassa in bolletta al fine di bloccare l’esodo in corso!
Siamo inoltre in un momento in cui possiamo vedere un'analogia abbastanza diretta tra l'algoritmo Panda e ciò che Facebook sta attraversando, pietre di paragone con Facebook che sembrano siano state sviluppate collegando persone e il loro impegno, ben conoscendo che si ottiene quello che si misura e coscienti che il lato oscuro dell’impegno potrebbe produrre storie d'ombra, truffe, informazioni errate, o memes di polarizzazione come una conseguenza involontaria.
Il giornalismo politico ha continuato a costruire il suo lavoro nel predire gli esiti piuttosto che contribuire a migliorare i risultati informando il pubblico quale elemento principale come sua missione, costruendo nel pericolo di un falso equilibrio, riciclando più e più ogni volta per bilanciare ogni discussione. Un falso equilibrio che porta le reti televisive di invitare e anche noleggiare i cosiddetti surrogati di notizie in onda a vomitarli senza senso fornendo i motivi per odiare, notizie incontrastate salvo gridare e ribadire con surrogati della parte avversa, vedi RAI/Fininvest.
Il giornalismo ha perso la sua indipendenza con la sua credibilità. Il giornalismo ha fatto del discorso civile un discorso incivile.
Il giornalismo non è riuscito ad ascoltare, capire, entrare in empatia con i cittadini fatto salvo quel target anziano e legato a mamma RAI o al papà Berlusconi, vedendo solo la massa tenuta forzatamente nel suo stato indotto di analfabetismo evolutivo, nella sua incapacità di riflettere, di rispetto, e quindi comunicare la visione del mondo degli arrabbiati.
Alla fine, il giornalismo ha perso di vista la sua semplice, ragione vitale di esistere, legato ad un Club di un ordine dei giornalisti capace di ordinare nel suo interno pubblicisti o giornalisti che rendono il look giornalista come quello intelligente e privilegiato, ma in effetti incapaci e legati ad interessi con il compito d’ intrattenere e catturare l’attenzione e di rendere disinformato il pubblico dell'evoluzione informatica.
Un sistema di comunicazione che continua a prevedere che sia il compito del pubblico a venire ed ascoltare, comprare i giornali e guardare le reti e fare clic sui siti.
Un sistema che continua a sostenere di fare un prodotto chiamato giornalismo ed è colpa dei cittadini se non lo utilizzano e ne traggono beneficio da esso.
invece di andare dal pubblico e informarlo con conversazioni, portando i fatti, il contesto, la spiegazione, la ricerca, la trasparenza possibile e impossibile quella probabile e quella nascosta, non solo sostenere quella predisposta a sostegno nella maggior parte di tutti i rapporti di comodo.
La comunicazione l'editoria dovrebbe iniziare una discussione brutalmente onesta, non cattedratica, per definire quale altro ruolo dovrebbe avere un professore di giornalismo in un momento come questo.
I partiti e le campagne come quella sul referendum avranno sempre coloro che non si preoccupano di votare, questo è un fallimento di un sistema educativo troppo costoso in rapporto ai frutti, e molti ne condividono anche la colpa quale auto giustificazione. Ma bisognava cominciare da tempo con le responsabilità.
La comunicazione deve ri-immaginare il giornalismo dal suo nucleo, iniziando con il suo unico valore - una società informata, migliorata, evoluta e ricostruire da lì che lo si voglia o no, d'altro canto è giusto lanciare un programma come Panda per poter riacquistare la fiducia a lungo termine dei cittadini e per poter formare oltre i blocchi imposti dalla politica un ecosistema migliore e più accessibile sotto l’aspetto burocratico, meno corrotto e meno selettivo per gli editori.
SAPERE AUDE!
-mm-@live.it
FF - MEMBER