Buona colazione!
- "Fortunati"..., appena levato dal letto dei sogni, nel contrastare il momento di tristezza mi avvinghio alla colazione. Il caffè è la porzione di base non vincolato da trazioni e folcloristici contorni nel superficiale possibile, per il tipo di miscela tostatura ecc., devo accettare quel che c’è; il tipo di bollitura la scelgo da me e se ad altri non piace…almeno il caffè lasciatelo godere in pace. Come accompagnare questo momento delizioso, il ricordo mi trasporta alla giovinezza trascorsa quando appena sotto casa, nel V arrondissement prima di recarmi alla Sorbona mi godevo quegli infiniti e splendidi croissant che solo Parigi metropoli dalle mille culture. anzi di più, riesce a darti.
Una mediterranea colazione con caffè alla turca e virtuali croissant…, anzi virtualmente per un momento con gustosi ricordi della colazione a Marrakech accompagnata dai bellissimi biscotti, così colorati, lucenti, glamour, un mestiere premuroso di pasta e marzapane combinato con frutta secca, mandorle e noci, scaglie di cocco, caramelle colorate, semi di sesamo e quant'altro della cucina marocchina. Per provare anche voi questa colazione virtuale mediterranea l’assaggio virtuale lo potete trovare da Bello Sonino una pasticceria mediterranea che pur mantenendo la tradizione marocchina parte integrante della realizzazione al solo guardare ti trasporta nel gusto. -
Per quel che si può, almeno godersi la vita raccontando nel virtuale, sono i sogni della speranza.
Dipende dall'educazione e dalla disponibilità dei cervelli.
Superato questo idilliaco attimo non resta che affrontare il
momento in cui stiamo vivendo, dove nessuno
e felice della tragedia. Ma la tragedia è la trama che svela il più possibile i
personaggi.
La nostra comune e sensibile cognizione della situazione ci riporta nei ranghi della nostra élite culturale in relazione all'operazione speciale in Ucraina e alle sanzioni, anche se c'è sicuramente qualcosa che ci fa arrossire nell’immaginarci virtualmente in quelle persone, anche e perché in un batter d’ali potremmo ritrovarci in analoghe condizioni dirette, perché la sopravvivenza non è “secondo i resoconti”. In condizioni brutali, o sei sopravvissuto o sei morto, e come gli antichi mettevano le loro armi preferite nel tumulo per i capi nel caso al massimo nel tumolo potremo metterci la colazione, la pizza, o altro gioioso momento, opportunità per noi di rinnovare la nostra cultura e le persone che la producono. Forse e vero anche il contrario.
La sfida è ciò che tira fuori il meglio o il peggio elementi
di quell’equilibrio adattativo necessario alle personali esigenze. Nella cecità
o ignoranza abbiamo un disperato bisogno di persone che sanno come ottenere il
risultato, quello che sia nel ponderare; non l'elenco degli eventi e una spiegazione perché
non ha funzionato o funzionato poiché lo proveremo, lo pagheremo, su noi
stessi.
Pare necessario guardare con molta attenzione e fare un auto
vaccinazione personale, si verificherà l'autenticità, l’accesso a
un'istruzione più fondamentale, nuove tecnologie, la qualità della vita,
questioni che non dovrebbero essere forviate dalla paura ma aperte alla
cognizione individuale. Non speranze, comprendere come sia l’illusione della
speranza durante una guerra è saper mettersi nei panni di chi la deve
sopportare.
La situazione globale è in continuo aumento di tensione, è
di oggi che il Giappone per la prima volta in 19 anni ha designato le Kurile
meridionali come "occupate illegalmente" nell’allargarsi delle paure.
Il rischio è altissimo, censura, blocco di alcune informazioni, estrapolazioni tendenziali, esaltazioni
nazionaliste, superiorità raziali, analisi parziali, algoritmi deficienti del insieme, vengono proiettate
come assolutismo della ragione, della verità.
La comunicazione in generale non rispetta nel non rispetto delle intenzioni, contrasto dualistico che provoca e non si è tenuti a rispettarle, tanto non vengono rispettate! O forse è anche il contrario. Siamo in un momento che necessiterebbe di antielmintico non di “colorate” speranze. Come alcuni netizen indicano forse è già arrivato il momneto di parlare del sogno della ricostruzione post bellica.
MM
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